Questo splendido ritratto rientra nei “ tipici modelli vandyckiani ” tanto richiesti a Genova nella prima metà del XVII secolo; uno sfondo scuro ed una colonna da loggiato accolgono la figura a mezzo busto di un gentiluomo. 
Da una giacca di tessuto nero, chiuso da un filare di bottoni ed assicurato da una cintura dalla preziosa fibbia, fuoriesce un grande colletto e due polsini  in lino bianco rifiniti da un nastro di pizzo finemente ricamato. 
Il volto di un giovane, posto a tre quarti, ci osserva. L’identità dell’effigiato non ci è nota ed in mancanza di iscrizioni è alquanto difficile risalirne all’identità.
Opera del maestro genovese Gio. Bernardo Carbone (1616-1683) pittore famoso nell’ambiente dell’aristocrazia per la sua attività di ritrattista “ … e oltremodo piacendogli la singolar maniera del Vandik, diedesi ad imitarla; e se appieno non lo raggiunse, almen vicinissimo andolle. Impercocchè moltissimi ritratti del Carbone sono stati in diversi tempi venduti, specialmente ad Intelligenti Inglesi, che prima con fina attenzione gli esaminarono, per non sbagliare l’Autore, giudicato da essi il Vandik: e poi scoperte non essere quelli di lui, pur dell’inganno non si son lagnati, ma anzi cari se li son sempre tenuti; che cari son sempre i dipinti, quando son buoni.” [Soprani-Ratti, Vite de’ pittori, scultori ed architetti genovesi, parte II, Genova 1768 II, p 19].
Guardando l’alta qualità del dipinto possiamo oggi capire il successo lavorativo del Carbone come ritrattista. 

Dimensioni: tela 112 x 87 cm