Il tema dell’Angelo Custode ha radici profonde nella tradizione cristiana, è visto come la figura che protegge l’anima e il corpo dei fedeli: nella pittura è rappresentato iconograficamente come un angelo che guida un individuo, solitamente un bambino in cammino a simboleggiare il percorso della vita.
Ne è un esempio il nostro dipinto; immersi in un ambiente sereno e armonioso dai colori pastello, emergono le due figure. L’angelo, con due ampie ali, è avvolto da vesti leggere, dai toni chiari, a simboleggiarne la purezza, un drappo rosso ne indica l’autorità. Il bambino, che ha le mani incrociate in un gesto di preghiera, volge lo sguardo sereno verso il suo protettore che gli sta costantemente accanto, è avvolto in un manto blu a evocare calma e pace. Il linguaggio delle mani dell’angelo fa capire il suo ruolo di guida e protezione divina, la combinazione cromatica crea un equilibrio dinamico, un effetto visivo opposto, un colore caldo che provoca emozioni in opposizione ad un colore freddo che trasmette tranquillità.
Il dipinto è riconducibile a Bartolomeo Biscaino; il pittore nasce a Genova nel 1629 da Giovanni Andrea Biscaino, suo primo insegnante che lo formò al disegno “Ma per andar al più sicuro, rivolse il Padre di porlo sotto la disciplina di Valerio Castello Pittore insigne,..[ Rafaele Soprani, Le vite de pittori, scoltori, et architetti genovesi, 1674, p. 202] la cui scuola era in sommo grido, ed onore. Studiare dal vivo le opere di Giulio Romano e Guido Reni, aiutò Bartolomeo a diventare un ottimo disegnatore “.., primo fondamento delle professioni tutte, .." [ibidem, p 202].
L’intensa attività creativa e innovativa che vi era a Genova in quel momento storico permise al giovane di studiare ed esplorare, entrando direttamente a contatto con gli artisti come ad esempio Giovanni Benedetto Castiglione, influenzandone lo stile futuro. Certamente gli insegnamenti del grande Maestro non lo lasceranno mai specialmente nell’uso di una tavolozza di colori vivaci giocata con il contrasto tra luce e ombra.
“Mori di male contagioso, in età, che non giongeua al quinto lustro, e seco mancò il Padre con tutta la famiglia, verso la metà dell’anno 1657” [ibidem, p. 203] durante l’epidemia di peste che colpì il capoluogo ligure.
Questa nostra tela ne è un chiaro esempio. Si conoscono più versioni raffiguranti l’Angelo Custode che il Biscaino riproduce in più repliche autografe, repliche di mano anche di altri pittori genovesi come Domenico Piola, Stefano Magnasco e Giovanni Battista Merano, che fa presupporre agli studiosi l’esistenza di un prototipo di Valerio Castello (potete trovarle su Valerio Castello 1624-1659. Genio Moderno, Skira, 2008, D. Sanguineti pp.124-126)
Piccolo quadro da stanza "forse modelletto di una pala più grande", rivestito da una bella cornice dorata, perfettamente collocabile in ogni dove!
Dimensioni: tela 50,5 x 38,5 cm - cornice 77,5 x 61 cm