Andrea Scacciati pittore fiorentino dopo un primo apprendistato presso Mario Balassi passò nell’atelier del Maestro Lorenzo Lippi “; questo lo persuase a dipingere fiori, frutti e animali, alle quali cose tendeva il genio suo, e riuscì di tale eccellenza che ha servito la real casa di Toscana e in Livorno molti signori inglesi,…” [F.M.N. Gabburri, Vite di pittori 1719-1741, Firenze, ms. Palatino E.B.9.5, Vol. I].
Da un vaso dorato metallico, poggiato su di una sponda rocciosa, fuoriesce un opulente mazzo di fiori dalle diverse varietà botaniche e tonalità cromatiche (tipiche della produzione dell’artista); una composizione equilibrata, raffinata ed armoniosa. Alla sinistra, poggiato su di un muretto in pietra, un grande pappagallo dal bellissimo piumaggio di uno stupendo color verderosso e giallo ci guarda.
Il fondo grigio aumenta il contrasto con le tinte smaglianti dei fiori e del rametto di rose poggiato di fianco al simpatico e variopinto uccello che un fascio di luce illumina sapientemente.
Sono proprio i colori a saturare l’occhio dello spettatore che il pittore ha saputo brillantemente esaltare illuminando la scena con un fascio di luce.
La composizione richiama il dipinto “Vaso in metallo dorato con fiori, erbe selvatiche, pappagallo e farfalla” pubblicato da Sandro Bellesi nella monografia ANDREA SCACCIATI – Pittore di fiori, frutta e animali a Firenze in età tardo barocca, Edizioni Polistampa, 2012, Tav. XVI a pag. 66, scheda 80a a pag. 162, di nostra proprietà e oggi in collezione privata.
L’indiscussa autografia allo Scacciati ci viene confermata dalla sigla ASC a lettere intrecciate e la data 1696 visibile alla base del muretto.
“Fu il sopraddetto Andrea, oltre all’eccellenza nell’arte, molto spiritoso di concetti, ameno e gioviale,..” [ibidem] caratteristiche che traspaiono nelle sue magnifiche opere.
Dimensioni: tela 48 x 61,5 - cornice 65 x 77 cm