La magnifica tela che oggi abbiamo il piacere di presentarvi raffigura la lavanda dei piedi a Cristo pellegrino, episodio tratto dall’originale narrazione del vangelo di Giovanni 13, 1-15 “Gesù che lava i piedi ai suoi apostoli” .
E’ una leggendaria iconografia agostiniana, pare nata in Spagna, per sottolineare l’importanza dell’accoglienza del ramingo: Gesù appare sotto mentite spoglie, appunto del pellegrino, ad Agostino il quale in segno di ospitalità gli lava i piedi.
La scena rappresenta il momento preciso in cui l'eremita riconosce nel viandante il Messia e capisce che è giunta l’ora di ritornare nel mondo, mettendosi al servizio del Figlio di Dio attraverso le sue parole, i suoi scritti e il suo modello di vita.
Un anziano barbuto già santo (l’aureola è visibile) è inginocchiato accanto ad una bacinella ed è intento ad asciugare un piede all'ospite, alle sue spalle due monaci l’aiutano durante l’abluzione pronti a porgere al mistico una brocca d’acqua o un asciugamano. Seduto su di uno sgabello un giovane vestito da viaggiatore con mantello tiene in mano il bordone (simbolo iconografico del pellegrino) ma un’aureola luminosa, che circonda il capo, rivela la sua vera identità all’anziano monaco.
Un fascio di luce squarcia il cielo e illumina le due figure principali che emergono da uno sfondo scuro, giocato sulle tonalità dei bruni, intente a scambiarsi uno sguardo d’intesa.
L’autore dell’opera è Giovanni Battista Casoni (Lerici, 1610 - Genova, 1686) all’inizio allievo nella fiorente bottega di Domenico Fiasella detto il Sarzana, in seguito collaboratore del Maestro nonché cognato.
Nonostante l’ingombrante figura del Fiasella il pittore riuscì a mantenere una sua personalità e una sua autonomia lavorando per numerosi Ordini dei Frati Minori grazie forse anche all’aiuto del frate/fratello minore Agostino.
Sant’Agostino d’Ippona è tra i più grandi “padri” della Chiesa ovvero tra quelli che hanno rielaborarono la filosofia cristiana dopo il 200. Oltre a essere Padre e Dottore della Chiesta è stato definito uno dei geni più alti dell’umanità; filosofo, teologo, poeta, scrittore, mistico, vescovo e quant'altro. L’enorme patrimonio artistico che lo raffigura ne testimonia non solo la grandezza ma anche la costante presenza e modernità durante i secoli, e forse chissà il Casoni in questa tela ha voluto rendere tributo al fratello francescano Agostino.
Dimensioni: tela 199 x 143 cm - cornice 215 x 158,5 cm