La Strage degli Innocenti è un episodio biblico narrato nel Vangelo secondo Matteo (2,1-16) più precisamente è l'epilogo in cui Erode re di Giudea “ mandò a uccidere tutti i bambini che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio dall'età di due anni in giù ”.
Questo racconto, fondamentale per la tradizione cristiana, fu un soggetto molto raffigurato e ripetuto dagli artisti nei secoli: l'episodio insegnava agli “ignoranti” incapaci di leggere le sacre scritture quanto la sete di potere di un singolo uomo potesse essere pericolosa. E gli eventi che hanno attraversato le diverse epoche confermano tristemente il concetto di base.
Autore del dipinto è Vincent Malò di cui poco ancor oggi si sa: il biografo Raffaele Soprani ne Le vite de’ pittori, scultori, ed architetti genovesi ci dice che si formò ad Anversa presso la bottega del pittore Davide Teniers ma “ invaghitosi poscia della maniera del Rubens passò alla costui scuola ” (p. 467).
Come molti pittori fiamminghi venne ad istruirsi in Italia tra il 1625 e il 1629 ospitato a Genova dai suoi connazionali Lucas e Cornelis de Wael: dopo il 1634 vi aprì una propria bottega e dipinse opere prevalentemente di “piccoli formati” nelle quali “ acquistossi credito non ordinario: onde molti furon coloro, che gliene commisero per ornamento de' lor salotti ” [Soprani/Ratti, 468]. Trasmise il suo stile rubensiano al suo miglior allievo Anton Maria Vassallo (Genova 1620 – Milano 1664) prima di trasferirsi prima a Firenze e poi a Roma dove morì.
La nostra inedita tela è collocabile nelle categoria dei “quadri abbozzati” [Longhi, Paragone n. 159, 1966, pp. 25/29] stesura finale che i pittori facevano prima dell'opera ultima da cui differivano solitamente per dimensioni. Presso la Galleria di Palazzo Bianco, proveniente dall'oratorio di San Silvestro di Genova che venne raso al suolo durante la seconda guerra mondiale, è conservata il dipinto Strage degli Innocenti 90x120 cm del pittore fiammingo (inv PB 494).
Con il medesimo soggetto si conosce un'altra versioni (Orlando, Dipinti genovesi, Allemandi, 2010, p. 142) a conferma del successo che ebbe il dipinto tanto da essere replicato dal pittore su richiesta dei committenti.
Dimensioni: 48 x 73 cm