Il pittore fiammingo Cornelis de Wael trascorse la maggior parte della sua vita a Genova dove visse dal 1616 sino al 1657 quando, per scappare dall'epidemia di peste, si trasferì a Roma, dove rimase sino alla morte.
Cornelis ebbe un ruolo fondamentale nella storia della città e nello scambio artistico tra l'Italia e le Fiandre: pittore e commerciante, la sua casa-bottega (per pochi anni anche residenza del fratello Lucas) era meta di molti artisti fiamminghi che arrivavano in Italia: tra essi Antoon van Dyck.
La scelta di Genova rispetto ad altre mete (Roma, Firenze, o Venezia), derivò dal fatto che allora la città era in forte crescita e in continuo fermento, con potenziali clienti e collezionisti e con un porto che aveva un ruolo fondamentale per lo scambio commerciale.
De Wael era specializzato in battaglie di mare e di terra, nonché in bambocciate, genere pittorico, sviluppatosi a Roma nel XVII secolo, che univa la tradizione fiamminga (tele popolate da moltissime figure) a rappresentazioni del quotidiano dell'epoca: scene urbane, feste o spettacoli teatrali nelle piazze, descrizione di mestieri di strada (prostitute, cavadenti, giocatori, ciabattini) ma anche storie di viaggi e soste di truppe.
La tela è un esempio di bambocciata a soggetto militare. Presenta un esercito accampato a ridosso di alcune costruzioni (forse un villaggio già depredato) e una moltitudine di figure intenta in molteplici attività.
Al centro della scena, a cavallo sono i comandanti vestiti con abiti sfarzosi e con indosso il corsaletto, una corazza leggera che proteggeva il torace e la schiena. In piedi, il sergente, la figura di schiena con in mano l'alabarda, prende ordini. Tutt'intorno i soldati. Ci sono gli addetti al cannone, un gruppo è intento a giocare a carte, alcuni seduti bevono altri dormono o fumano e, tutt'intorno, altri soldati parlano fra loro mentre un cane, forse la mascotte del reggimento, assiste alla scena.
Una moltitudine di figure tutte in movimento, minuziosamente descritte nei volti, caratteristici di Cornelis, e nell'abbigliamento, un esercito riconoscibile non tanto da una divisa ma da un colore, il rosso, che ogni soldato indossa anche in vario modo: una fascia legata in vita, una sciarpa avvolta intorno al collo, una piuma colorata ad adornare il cappello.
Il dipinto è corredato dalla scheda della dott.ssa Anna Orlando che fa un interessante confronto con le tele Soldati in sosta e Scontro di soldati conservate nel palazzo Interiano Pallavicino a Genova e pubblicate su Pittura fiammingo-genovese, (U. Allemandi 2012, pag. 66), non scartando l'ipotesi che potessero far parte, insieme alla nostra, di un stessa serie, viste le dimensioni e la stessa “consonanza di stile”.
Il dipinto è stato esposto alla mostra Van Dyck e i suoi amici. Fiamminghi a Genova 1600-1640 (Genova, Palazzo della Meridiana, 9 febbraio – 10 giugno 2018), a cura di Anna Orlando, pp. 260-261.
Dimensioni: 97 x 162 cm